Elogio al lavoro effettuato dall’allenatore dell’Inter per il lavoro svolto. Durante la stagione il coach ha dovuto effettuare variazioni tattiche della squadra. Visitate il sito https://www.uniquecasino.eu/ .
Un cognome in questo momento simbolo dello scudetto nerazzurro è Conte.
Stagione calcistica
In campo, il successo di una squadra alla fine è sempre dovuto ai giocatori. Il tecnico o i tecnici che sono seduti in panchina sono paragonabili ad un direttore d’orchestra. Il direttore consegna loro uno spartito e loro lo rendono musica divina.
I giocatori una volta in campo decidono come meglio interpretare lo spartito in base alle caratteristiche della squadra da affrontare. In questa stagione lo scudetto vinto dall’Inter porta in prima battuta a lodare la coppia di attaccanti migliore in questo campionato. Lukaku e Lautaro che in campo hanno sposato benissimo le loro caratteristiche.
Portiere Handanovic importante in quanto ha giocato un ottimo campionato sbagliando forse in due occasioni. I giocatori a centro campo Bastoni, De Vrij e Skriniar hanno creato un vero muro nel girone di ritorno. Certo il loro operato è riuscito grazie all’aiuto di tutta la squadra che è riuscita a chiudere tutti gli spazi.
Bisogna tenere conto anche delle qualità in attacco di Hakimi e della crescita di Barella. Quest’ultimo già nella Primavera del Cagliari aveva delle ottime doti non comuni a tutti. All’inizio era troppo falloso forse per il suo temperamento e per la sua sicurezza in campo. Oggi in campo lo vediamo molto più maturo, sa gestire bene i 90’ tenendo la testa ben salda sulle spalle.
La sua crescita all’interno dell’Inter è stata esponenziale e molto di questo è dovuto al tecnico che lo gestisce.
Antonio Conte
Fino ad ora abbiamo analizzato e acclamato i giocatori in campo ma bisogna parlare di colui che ha tenuto da bordo campo le fila del gioco. Parliamo di Conte perché questo scudetto è sicuramente il suo perché senza di lui forse l’Inter lo scudetto non lo avrebbe vinto.
Nulla da togliere all’Inter e ai giocatori ma la base data dal tecnico è stata fondamentale e si è vista in campo. E’ riuscito a trasferire ai giocatori la sua mentalità, il suo credo calcistico e come lui vede il lavoro dei giocatori.
Chi gioca deve avere per lui una cultura di ciò che sta facendo, del sacrificio che va fatto, della concretezza in campo e dell’intensità. Già da tempo si sapeva che Conte fosse paragonabile ad un martello ma quest’anno ha tirato fuori quel qualcosa in più e lo ha unito alle sue qualità.
La sua figura è stata presente dentro e fuori dal campo a 360°. In alcune occasioni si è sostituito anche alla società che ha vissuto un periodo non proprio felice. I problemi societari non si sono notati in campo con il suo lavoro e in alcuni momenti è stato da solo nel gestire la carovana.
L’Inter in campionato ha iniziato giocando partite dove cercava il possesso di palla in maniera quasi esclusiva ma, nel contempo, risultava lenta e poco efficace. Segnava ma si trovava a subire anche molto. Dopo essere uscita dalle coppe l’Inter si è concentrata molto di più nel suo cammino in campionato.
Conte ha lavorato molto sull’equilibrio e la compattezza della squadra alternando match dove a volte era più battagliera mentre in altre più difensiva. Conte ha fatto i corretti allineamenti della squadra in base agli avversari che di volta in volta dovevano affrontare.
Una Inter camaleontica si aggiudica così lo scudetto per questa stagione calcistica.